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Venerdì Dec 1 2023 13:55
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Con la previsione che la Fed si prenda una pausa in occasione dell’incontro del 12-13 dicembre e il mercato che prezza ora una probabilità di tagli nella prima metà del 2024, i dati occupazionali di questa settimana saranno fondamentali per le aspettative del mercato, per la traiettoria dei rendimenti obbligazionari e per l’andamento delle azioni. Le aperture di posti di lavoro JOLTS e i dati ADP verranno pubblicati prima dei dati NFP di venerdì. In altre notizie, la Reserve Bank of Australia e la Bank of Canada si riuniranno per definire la politica monetaria e, in entrambi i casi, si prevede che i tassi rimarranno invariati.
La Bank of Japan rimane una sorta di jolly nel mondo delle banche centrali del mercato sviluppato. Il processo di uscita dal controllo della curva dei rendimenti è stato estremamente lento, ma presto accelererà. Alla BoJ infatti piace intervenire attorno a Natale. Per questo motivo i dati sull’inflazione IPC core di Tokyo di questa settimana verranno monitorati da vicino. La BoJ ha detto più volte che abbandonerà i tassi di interesse negativi quando l’inflazione sarà sulla retta via in modo sostenibile per portarsi al target. L’IPC core Tokyo di ottobre è aumentato del 2.7% anno su anno rispetto alle aspettative del +2.5%, mentre l’indice core core è cresciuto del 3.8% anno su anno. In altre notizie la settimana inizierà con alcuni dati sull’inflazione in Svizzera e con gli ordini alle fabbriche USA, anche se tutti gli occhi saranno sui rapporti del mercato del lavoro USA del proseguo di settimana.
La Reserve Bank of Australia potrebbe mettere in pausa i rialzi dei tassi dopo l'aumento di 25 punti base di novembre. Lo scorso mese la banca centrale ha indicato che potrebbe non alzare nuovamente i tassi, evitando di ripetere la frase inclusa nel comunicato di ottobre “potrebbero rendersi necessari ulteriori stringimenti della politica monetaria”. L’inflazione australiana per il mese di ottobre dà un buon motivo alla RBA di prendersi una pausa, con un rallentamento al 4.9% dal 5.6% precedente, rispetto ad una previsione del 5.2%. Nel corso della sessione USA riceveremo gli ultimi dati PMI servizi ISM e i dati sulle aperture di posti di lavoro Jolts, che si sono rivelati resilienti anche se hanno subito un lieve calo di recente.
La giornata si aprirà con i dati australiani sul PIL, i dati PMI costruzioni dal Regno Unito e gli ordini alle fabbriche tedesche per un’infarinatura di dati economici abbastanza mediocri. Il calo della crescita e le tendenze del mercato del lavoro la Bank of Canada rimarrà in un circuito di attesa quando si riunirà per l’ultima volta quest’anno per stabilire la politica monetaria. Nel frattempo il rapporto occupazionale dell’ADP offrirà un’idea dei salariati extra agricoli di fine settimana. Da monitorare anche l’asta del decennale USA.
Sempre dal fronte del lavoro avremo i dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione USA. Non si sono notati segnali significativi di problemi nel mercato del lavoro ad oggi, ma i rialzi dei tassi della Fed stanno iniziando ad avere un effetto? Di recente abbiamo visto il numero più alto di richieste continuative di sussidi di disoccupazione dal novembre 2021, il che significa che le aziende non stanno assumendo, ma con le richieste iniziali sostanzialmente non oltre quota 200.000, anche che non stanno licenziando molto. I dati sui prezzi delle abitazioni nel Regno Unito saranno da monitorare per i titoli legati al settore immobiliare britannico.
La giornata sarà dominata dai dati occupazionali. Lo scorso mese i dati hanno confermato l’idea di molti che la Fed ha chiuso con i rialzi. I salariati extra agricoli sono aumentati di 150.000 unità ad ottobre, mentre per il mese precedente vi è stata una notevole revisione al ribasso. L’NFP ha contribuito a consolidare la narrativa che la Fed non solo ha finito con i rialzi, ma potrebbe puntare a tagliarli a breve. I mercati hanno iniziato a prezzare una probabilità superiore al 50% di taglio dei tassi entro maggio 2024. La disoccupazione è cresciuta dal 3.8% di settembre al 3.9%, mentre l’inflazione dei salari è calata leggermente dal 4.3% al 4.1%. Il rapporto sarà l’ultimo dato economico di rilievo prima dell’incontro del FOMC del 12 e 13 dicembre.