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Giovedi Jan 7 2021 10:20
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Grafico: La liquidità statunitense M2 è aumentata come mai prima d’ora
Una significativa espansione dell’offerta di liquidità non sempre genera inflazione. Ma secondo le parole di Milton Friedman: “L’inflazione è sempre e ovunque un fenomeno monetario che nasce da una più rapida espansione della quantità di moneta rispetto alla produzione totale”. Stavolta, a differenza di quanto avvenuto nel 2008/09, c’è un’espansione fiscale coordinata. Se l’attuale fase della stampa di moneta porterà o meno all’inflazione (non è avvenuto dopo la grande crisi finanziaria perché il denaro è stato ampiamente assorbito dalle banche nei loro bilanci) in ultima analisi dipenderà alla fine dal fatto che la Fed possa aumentare i tassi di interesse in maniera sufficiente da reimmettere il denaro stampato nel sistema.
Su questo fronte, è stato ampiamente chiarito che la Fed non aumenterà tanto presto i tassi di interesse. L’ottimizzazione dell’inflazione media, adottata dal FOMC nella seconda metà dello scorso anno, implica l’esatto contrario e la volontà di lasciare che l’economia e l’inflazione si surriscaldino. La preoccupazione è che le aspettative di inflazione siano disallineate come accaduto negli anni ‘70, e che la Fed perda il controllo della situazione. Tutto questo favorisce le soluzioni difensive come l’oro e, come sempre più sembra evidente, il Bitcoin.
“Essere possessori di Bitcoin è un ottimo modo per difendersi dalla GMI (grande inflazione monetaria), vista la situazione attuale”, ha scritto Paul Tudor Jones, un investitore americano di lungo corso nel maggio dello scorso anno. Ora circa il 2% dei suoi capitali sono investiti in Bitcoin.
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L’oro del nuovo millennio
Con sempre maggiore frequenza, i giovani investitori si stanno orientando verso il Bitcoin rispetto all’oro. L’oro è sempre stato un riparo dall’inflazione, ma i suoi giorni potrebbero essere contati. In un mondo in cui i tassi reali sono diventati negativi, sia l’oro che il Bitcoin sono avvantaggiati, ma gli investitori più giovani apprezzano molto più il fascino del digitale.
“Un’importante diversità tra il comportamento degli operatori più anziani rispetto a quelli più giovani nell’universo degli investitori al dettaglio è stata la loro preferenza per le valute “alternative”, come hanno scritto il celebre Nikolaos Panigirtzoglou e il suo team di JPM.
In una nota successiva del 4 gennaio, essi hanno notato che la competizione con il Bitcoin è già iniziata, con 3 miliardi di USD di afflussi nel Grayscale Bitcoin Trust e 7 miliardi di USD di uscite dagli ETF sull’oro da ottobre. Una “perdita di posizione” da parte dell’oro nel corso del tempo, vista la dimensione dell’investimento privato nell’asset, implicherebbe un “grande rialzo” per il Bitcoin nei prossimi anni. Per raggiungere le dimensioni che il mercato dell’oro ha oggi, il Bitcoin dovrebbe aumentare con un fattore di 4,6, il che porterebbe il suo prezzo a 146.000 USD. Non si tratta ovviamente di una previsione dei prezzi, ma in base alla comprensione dei meccanismi del mercato è un obiettivo legittimo se si ritiene che un giorno il Bitcoin potrebbe assumere una valenza pari a quella dell’oro.
In effetti, essi sottolineano che è improbabile che gli operatori istituzionali investano fondi in Bitcoin commisurati all’oro senza una “convergenza nelle volatilità”.
Inoltre, sempre a proposito di volatilità, essi evidenziano che il Bitcoin consuma 3,4 volte il “capitale di rischio” rispetto all’oro, mentre il fondo Grayscale consuma 5,1 volte tanto. Prendendo la media a 4,3 ci si avvicina al valore di 4,6 che essi individuano come necessario per ottenere la parità con il mercato privato dell’oro. Quindi, se il Bitcoin consuma già quasi lo stesso capitale di rischio dell’oro, il rialzo per il Bitcoin potrebbe essere limitato e la sua equalizzazione con l’oro quasi raggiunta.
Gli interessi istituzionali
E quindi, cosa divide la corsa al rialzo del 2020/21 con il boom e il successivo fallimento del 2017/18? È chiaro che gli investitori istituzionali stanno mostrando più appetito. Il passaggio al fondo Grayscale è indicativo: a molti investitori sarà consentita l’esposizione sui Bitcoin solo tramite modulo di fondo a scopi normativi e di gestione del rischio.
Panigirtzoglou e il suo team dicono: “Non c’è dubbio che l’impulso del flusso istituzionale in Bitcoin sia ciò che distingue il 2020 dal 2017”. Tuttavia, non sarebbe saggio considerare questi flussi come guidati interamente da investitori a lungo termine.
“Riteniamo”, aggiungono, “che una componente significativa dei flussi istituzionali dello scorso anno in Bitcoin rifletta investitori speculativi che cercano di far fronte ad altri investitori istituzionali con denaro reale”. JPM evidenzia il posizionamento “superficiale” nei future CME Bitcoin come prova di questa tendenza.